Ad un anno dalla Beatificazione di suor Leonella

Nel ricordare il primo anniversario della Beatificazione della Beata Martire Suor Leonella Sgorbati, Missionaria della Consolata, avvenuta il 26 maggio 2018 a Piacenza Italia, voglio riportare un momento fondamentale della vita della nostra Beata, perché i nostri lettori abbiano la possibilità di conoscere la santità di questa figura, una donna consacrata che, nella normalità della vita, ha fatto un percorso umano e spirituale che l’ha preparata al dono totale.

Rileggendo la vita di Suor Leonella ho scoperto che, anche se il suo percorso umano è stato segnato da momenti di fragilità, come tutti noi, la sua vita fu tutta e sempre, protesa verso Gesù con un amore in crescendo che poco a poco si è purificato fino a raggiungere le vette più alte della comunione con Lui nel mistero della Croce.

La Beata Leonella scelse di vivere un mese di intensa preghiera che nel nostro linguaggio chiamiamo mese allamaniano, nel febbraio 2006, tempo che coincideva con il periodo delle sue vacanze in Italia. Aveva desiderato tanto questo tempo di sosta prolungata ai piedi di Gesù, persona viva, reale, che amava veramente con tutta se stessa e la grazia di Dio operò profondamente nel suo cuore tempo che sperimentò tanto breve.

Durante lo scorrere dei giorni Suor Leonella fu particolarmente e gradualmente attratta dal mistero eucaristico, e Gesù Eucaristia le concesse speciali grazie di intima unione, fino al punto di sentirsi una cosa sola con Lui, secondo le parole stesse di Gesù: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me”. Gv. 6, 56-57)

Una cosa sola in amore. Diceva: “Se il Suo corpo e il mio sono una cosa sola, se il Suo sangue e il mio sono una cosa sola, allora è possibile essere sempre in Lui dono d’amore, dono di Lui, per tutti. Sempre, in ogni momento! Allora è possibile testimoniare, sempre che Lui c’è e ci ama”.  Da quel giorno la sua preghiera fu una continua intercessione a Maria Consolata perché l’aiutasse a essere “fedele” a questa indescrivibile grazia.

Fu proprio nel vivere da questa esperienza e in questa esperienza che Suor Leonella percepì chiaramente la chiamata di Gesù a vivere il mistero eucaristico fino alla fine, fino al dono della vita, fino allo spargimento del sangue, come Lui.

Nessuno ha un amore più grande di questo…” Gv. 15,13. E a questo invito rispose con il suo Sì d’amore.

Non sapeva come questa chiamata si sarebbe concretata; era sicura però che si trattasse del dono della sua stessa vita, in maniera radicale e in un tempo breve. E lei ha detto il suo Sì, e quando fu colpita a morte le sue ultime parole, non potevano essere se non quelle di Gesù, “Perdono!”

L’ultima volta che è ritornata in Somalia è partita dal Kenya, così dicono le sorelle, con questa certezza: Il Signore la chiamava a dare la vita!

Il martirio di Suor Leonella non fu un evento improvvisato, ma fu il compimento di un desiderio durato una vita intera, alla Prima Professione religiosa: il 22 novembre 1965 aveva scritto nel suo programma di vita: “Io spero che un giorno il Signore nella sua bontà mi aiuterà a dargli tutto o… se lo prenderà… Perché Lui sa che questo io realmente voglio… Lui sa!”, un desiderio che ha sempre guidato i suoi passi; fu il frutto di una vita spesa perché la persona, ogni persona, conoscesse l’incredibile amore di Dio per ogni sua creatura. E per grazia, con una chiamata chiara, amorosa, personale, il Padre l’ha resa degna di essere, figlia nel Figlio, amore donato fino alla fine, per tutti.

Il martirio di Suor Leonella fu la risposta umilmente e fedelmente data a questa chiamata che pose il sigillo dell’amore più grande sulla sua vita.

Il 17 settembre 2006, giorno del suo martirio il vangelo di Marco 8,35 riportava le parole di Gesù: “Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo la salverà” .[1]

Se nella sua personale relazione con il Signore Suor Leonella maturò la convinzione che per il Regno era chiamata a donare la sua vita, non si può negare che l’esperienza del martirio che visse la nostra sorella, si deve leggere nel contesto della piccola comunità che in terra somala ha fatto del martirio silenzioso e quotidiano il suo stile di vita, donando goccia a goccia il proprio sangue, al fine di rendere presente l’amore di Dio in mezzo ai poveri. Lei fu scelta perché nel suo corpo rimanessero visibili i segni di quella passione che tutta la comunità ha vissuto nell’arco di questi anni d’incertezza e di violenza.

Il nostro Istituto ha letto, nel Martirio di Suor Leonella, un richiamo forte del Signore alla fedeltà alla Missione, anche a costo della vita. Alla luce delle parole del nostro Fondatore, che ci esortava: “Dovremmo avere per voto di servire alla Missione anche a costo della vita. Dovremmo essere contente di morire sulla breccia… Quando farete i voti ricordatevi che in mezza i tre voti c’è pure questo quarto voto[2].

Sr. Renata Conti, Postulatrice

[1] Nepi (VT), Archivio generale, Istituto Suore Missionarie della Consolata, Suor Leonella Sgorbati 726,  4 testimonianze, 4.2  Suore Missionarie della Consolata, n 38, Suor Chiaretta Bovio.

[2] Nepi (VT), Archivio Postulazione, Istituto Suore Missionarie della Consolata IX Suor Leonella Sgorbati, n 1, 2 Suor Renata Conti, Postulatrice.

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