Anni giovanili

Nell’immediato dopoguerra, per assicurare il pane per tutti, il papà decise di trovare alternative alla vita di agricoltori e avviò una rivendita all’ingrosso di frutta e verdura a Sesto San Giovanni (MI). Il 9 ottobre 1950 tutta la famiglia si trasferì in quella periferia milanese.

Il distacco dalla campagna segnò fortemente Rosetta; dirà infatti: “Milano era una città mostruosa, dove la gente si muoveva come una forsennata, a passi da gigante, sempre indaffarata, e io pensavo solo a fuggire” Tentò la fuga e  riuscì a tornare per un anno alla sua amata Rezzanello.

Un’altra sofferenza segna la sua vita: la morte del papà Carlo, avvenuta il 16 luglio 1951.

La famiglia decise di mandarla in un collegio di Suore, lì la vita non era sempre gradevole. La direttrice, persona molto intelligente, un giorno si avvicinò a una Rosetta insofferente e le offerse un libro: “Prendi questo libricino e prova a leggerlo”. Quel libricino era il Vangelo. Seduta nella piccola cappella del collegio, davanti al quadro della crocifissione che si trovava sopra l’altare, iniziò un dialogo sempre più intenso con il Signore. Rosetta si sentiva attratta dalle parole del “libricino” che vedeva incarnate nella brava Suora direttrice, e decise di impegnarsi a vivere secondo questa Parola.

Fu in quella cappellina che ricevette un dono grande, il più grande che una persona possa ricevere. Fu lì in collegio – come Suor Leonella racconterà – che, a contatto con la Parola di Gesù, qualcosa di grande le capitò;  esperienza che affidò  al suo Diario e che la segnò per la vita: “… mi sono sentita ABITATA in quel lontano giorno -  aprile 1952 - … e tu mi hai tenuta in te, mio Signore, oppure sei rimasto tu in me…. Mai più sola…ABITATA…” .

Tornata in famiglia dopo le classi commerciali, i parenti si stupirono della trasformazione avvenuta: non solo la ragazza era maturata come persona, ma rivelò un progetto di vita che non avrebbero mai immaginato: desiderava farsi Suora missionaria.