
Chi era suor Leonella
Suor Leonella, Rosa Sgorbati, nacque il 9 dicembre 1940 a Rezzanello di Gazzola (Piacenza), ultima di tre figli. Il papà, Carlo Sgorbati era agricoltore, e la mamma, Giovannina (Teresa) Vigilini, massaia. Fu battezzata lo stesso giorno della nascita, nella parrocchia di San Savino.
Il 9 ottobre 1950 la famiglia si trasferì a Sesto San Giovanni nella periferia di Milano. Il 16 luglio 1951, all’età di 61 anni, muore il papà Carlo. Dopo la morte del padre, la famiglia decise di mandarla in collegio dalle Suore del Prezioso Sangue per completare gli studi. In questo ambiente Rosetta riscoprì Gesù e il Vangelo e decise di impegnarsi a vivere secondo questa Parola. Fu nella cappellina del Collegio che Rosetta visse un’esperienza che affidò al suo Diario e che la segnò per tutta la vita: «[…] mi sono sentita abitata in quel lontano giorno – aprile 1952 – e tu mi hai tenuta in te, mio Signore. Mai più sola … abitata … ». Disse il suo sì al Signore e il 5 maggio 1963 fece il suo ingresso nell’Istituto delle Suore Missionarie della Consolata.
Il suo Sì incondizionato ha preparato l’Ora
Il 20 maggio 1963 iniziò il postulato a Sanfré (CN), primo tempo di introduzione alla vita religiosa. Il 21 novembre 1963, a Nepi (VT), iniziò il Noviziato sotto la sapiente guida di Suor Paolina Emiliani che aiutò la giovane a formarsi una tempra consistente e fedele.
Il 22 novembre 1965 emise la prima professione religiosa e dopo gli studi in Inghilterra fu destinata in Kenya .
Il 19 novembre del 1972 si consacrò in perpetuo a Dio. Il suo sì irrevocabile, lo condensò in una frase che scrisse alla maestra di formazione Suor Paolina Emiliani: «Vorrei che attorno al Signore potessimo affermare quello che a volte cantiamo in Chiesa e che io non trovo il coraggio di dire: “Signore, con cuore semplice e gioioso ho dato tutto. Ma io spero che un giorno il Signore, nella sua bontà, mi aiuterà a dagli tutto o se lo prenderà … perché Lui sa che questo io realmente io voglio, Lui sa».
Professione scritta con il suo sangue
1-8-73 : Ho scritto con il mio sangue sarà dunque solo un simbolo?… non diventerà mai realtà?
La Consegna nel suo cammino ha avuto tappe ininterrotte:
Nel suo ultimo viaggio a Nazareth nella grotta dell’Annunciazione Sr. Leonella si consegna totalmente a Dio: “Maria, mamma abitata... anche io mi sono sentita abitata in quel lontano giorno…e tu mi hai tenuta in Te, mio Signore oppure sei rimasto in me… mai più sola…abitata… . Possiedimi sempre più. Fammi sperimentare ancora e sempre più di essere abitata da te Gesù, Dio umilissimo che consegni te stesso al Padre tutto e ti butti nell’ignoto. Lascia (fa) che anche io mi butti nell’ignoto ma nella sicurezza delle tue braccia. Nella fede e nell’amore tuo… mi consegno qui nella casa dell’amore più grande”. (Diario I a pag. 43)
“Sì, ti dico il mio sì. Accoglilo tienilo in Te…Tienimi in Te…”.
Il suo percorso di vita come fedeltà quotidiana
Era innamorata della sua vocazione e la viveva con gioia, si sentiva realizzata nella sua donazione al Signore. In comunità era sempre fedele agli atti comuni ed in modo particolare dava molta importanza alla ricreazione.
Per gli altri usava sempre la massima misura, mentre per lei personalmente si accontentava di poche cose. Aveva una salute molto precaria e si sosteneva con le medicine per poter stare in piedi, ma mai ha tralasciato una lezione. Tante volte il dolore ai piedi era molto forte e con fatica faceva la salita che dalla casa la portava a scuola, noi cercavamo di camminare al suo passo e per questo era molto riconoscente ed aveva sempre una battuta umoristica.
Era molto comprensiva verso gli studenti che non riuscivano subito a cogliere i concetti delle lezioni e li aiutava in tutti i modi, li riprendeva individualmente rispiegava la lezione finche non avessero capito il concetto.
Nel 1993 venne scelta dalle sorelle per rappresentarle al VII Capitolo generale e, in seguito, per guidare il processo proposto dallo stesso, come Superiora regionale, per due periodi consecutivi, al termine dei quali le Superiore le chiesero di rendersi disponibile per iniziare una scuola per infermieri in Somala.

Giunge l’ORA:
Suor Leonella, in obbedienza alla richiesta della Direzione generale, si rese disponibile a portare alla realizzazione di questo progetto della Somali Registered Community Nursing
In Somalia, le sfide erano molteplici ed era necessario ricercare elementi per il dialogo tra cristianesimo e islam. Era essenziale dimostrare che le nozioni scientifiche non erano contro il Corano. Bisognava convincere che lei non faceva proselitismo. Eppure c’era chi pensava che Suor Leonella usasse la scuola per convincere i giovani a farsi cristiani.
La vita di una Suora, in Somalia, si esauriva in pochi ambiti: il lavoro all’ospedale S.O.S. e la vita comunitaria vissuta nel silenzio e nel servizio. Gesù Eucaristico si trovava in un mobile nascosto nell’angolo di una stanzetta. Lui era la forza per il cammino!
In Somalia la popolazione era, ed è, per 99.9% musulmana con tendenza all’estremismo islamico. I fondamentalisti cercavano di forzare le Suore a farsi musulmane. Le sorelle sapevano di essere a rischio, ma ognuna di loro aveva deciso di rimanere. La piccola comunità era l’unica presenza di Chiesa in quella terra.
Lo stile di vita della Somalia, che era uno stile di vita povero, umile, silenzioso, nascosto, si seminava a piene mani senza attendere ricompensa, donare con generosità senza calcoli, e mai attendere una riconoscenza o un grazie.
Durante la guerra questo stile di vita era diventato molto più rigido a causa dei continui attacchi da parte dei fondamentalisti che si erano accaniti contro di noi e facevano una propaganda spietata contro di noi e contro la Chiesa perché’ non tolleravano la nostra presenza, esporci era un vero rischio.
I fondamentalisti non permettevano nessuna evangelizzazione da parte nostra, ma loro in tutti i modi cercavano di forzare le suore a farsi musulmane e a far ripetere la loro formula” magica”.
Sul ciclostilato locale hanno scritto tante volte contro il SOS e contro le suore e avvertivano la gente di guardarsi bene dalle suore perché’ stavano facendo tanti cristiani, ma la gente non faceva caso e non ha mai perso la fiducia nei confronti delle suore perché’ capivano che era solo propaganda.
Suor Leonella sapeva bene che tra i suoi studenti alcuni erano fondamentalisti estremisti, perché avevano sempre da ridire e da obbiettare, ma lei cercava sempre di mantenere il dialogo e la pace.
Suor Leonella era molto intelligente e già cominciava ad intuire il rischio suo e di tutte.
Difatti il giorno che è stata lanciata una bomba a suor Marzia e che per grazia di Dio è stata salvata grazie ad una donna che l’ha trattenuta facendole vedere il suo bambino malato, Suor Leonella è rimasta molto scossa e disse a suor Marzia chissà che un giorno non ci sia una pallottolina anche per me da parte dei miei amici fondamentalisti.
Scriveva su Diario II:
Rev.5:6 non piangere. L’Agnello che viene: Agnello immolato che è degno di ricevere la Gloria.
Agnello Immolato. Il Crocifisso /l’Eucarestia è lì dove popoli e nazioni vengono riscattati…, lì dove c’è il riscatto per ogni persona per tutto il creato… . Lì c’è l’Agnello che si offre…oggi, in eterno. Unita a Lui anche io posso partecipare al riscatto oggi… . Mi metto nelle tue mani Gesù, amore donato immolato che porti la salvezza, la figliolanza. Figli insieme a te a tutto il creato. Il rimanere in Lui, la reciprocità… l’unificazione, l’eucaristizzazione. Devo essere “amore” sempre devo rimanere in Lui con amore e reciprocità.
15.2.05
Oggi mi sento vuota, triste, povera e depressa…. non ho voglia…, preghiera; “gli fu data una tomba tra i criminali… i malfattori” mi sento così… . Ora comprendo la “reciprocità” non avevo capito… lui si sente così… e io non lo stavo vedendo… mi chiede di condividere con lui questa sofferenza senza ribellarmi il Carisma passa per questa strada… .
Ma…”vedrà la sua discendenza”… anche la mia strada deve essere come la tua… dove Tu andrai anch’io andrò, dove Tu morirai anche io morirò… e là sarò sepolta… mi dimentico. Tu in me…io in te…insieme.
Sulla tomba (sarcofago) del Beato Fondatore:
Padre eccomi qui, a 80 anni della tua entrata in Paradiso! Uomo di Dio, Uomo fedele, uomo del Dio solo. Tu non hai avuto paura di seguire il Signore sulla strada della sequela. Eccomi qui, appoggiata alla tua tomba… . Tu santo Fondatore della mia Famiglia. Qui su questa tomba di gloria io ti prego: Donami la grazia della sequela vera, della perseverante sequela; donami di donare nella verità la mia vita con Lui… ogni giorno…, momento per momento, con fedeltà, verità, in reciprocità…, totale unione. Concedimi questa grazia, compi questo miracolo. Questo il dono che ti chiedo; essere veramente tua figlia nella sequela di Cristo. Nell’unione a Gesù Eucarestia mi consacro qui nelle tue mani rinnovando i miei voti al Signore.
16.2.2006
Quando io dico che io e lui nell’Eucarestia “saldati” siamo una cosa sola allora io non mi appartengo più, è una totale consegna, allora lui può disporre di me per l’avvento del Regno.
Maria madre mia anche io mi sono consegnata voglio essere carne, corpo suo nell’Eucarestia con Lui… suo sangue, vita donata… madre tenerissima rendimi mite… .Tienimi con te nello Spirito Santo, nel Padre…, nel Figlio… . Anch’io non ho bisogno di sapere cosa lui vuole fare. Mi basta tenerlo per mano e camminare dove lui guida….
18.2.06
Sperimento il desiderio profondo di amarti veramente e totalmente mio Signore. Signore sono Tua, voglio darti gioia, voglio che tu trovi conforto in me e ti senta amato con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima con tutto il mio essere…
Mi chiedi se credo nei salmi…, mi dici che il tuo amore non è un’ombra, una fantasia, mi dici che tu sei Dio e che io ho sperimentato il tuo amore vero, che tu non sei fatto di pietra…; mi dici che tu vuoi l’amore vero fatto di sentimento ma anche di sequela tra spine… dove l’amore vero deve pagare il suo prezzo ma dove questo prezzo è amato anche tra le lacrime, tra le fiamme.
Sera
Signore Tu ti doni a me nell’Eucarestia … dono per sempre, per ogni momento… Gesù figlio… Gesù amore… Spirito Santo, maternità di Dio, pervadimi, permeami; Gesù Signore, reciprocità d’amore tu mi doni il tuo corpo, il tuo sangue…, io ti dono tutta me stessa, il mio corpo, il mio sangue, il mio essere totale. Sono tua.
21.2.06 La consegna: Nel Santuario della Consolata.
Maria… mia tenerissima Mamma Consolata È qui dove è incominciato tutto… è qui, guardando il tuo volto soave di Mamma tenerissima, che il Fondatore ci pensò, ci ideò. Santuario, fondazione, noi…me. Madre mia è qui davanti a te che io depongo tutto… la mia la mia vita, la mia povertà e piccolezza e i sogni grandi di appartenenza al tuo Figlio, mio Signore Gesù…
La reciprocità, l’unione a cui lui chiama. L’esperienza della mia infanzia e l’esperienza della tua chiamata: “vieni, promettimi che vieni”… “ti seguirò io”… sono qui o madre… insegnami con la tua tenerezza soavità consolazione….. mitezza! E oggi la S. Messa dice: “Se il chicco si grano non muore non porta frutto, rimane solo… ma se muore…, se da la vita… in reciprocità…, in unione. Gesù mio Signore, depongo sul tuo altare tutto…, fa di me e di tutto quello che tu vedi bene, quello che tu vuoi… è tutto tuo… è tutto sull’altare … ti appartiene… .
Maria mia Madre… Quale dono mi fai oggi!!!
Fu proprio nel vivere da questa esperienza e in questa esperienza che Suor Leonella percepì chiaramente la chiamata di Gesù a vivere il mistero eucaristico fino alla fine, fino al dono della vita, fino allo spargimento del sangue, come Lui. “Nessuno ha un amore più grande di questo…” Gv. 15,13. E a questo invito rispose con il suo Sì d’amore.
Non sapeva come questa chiamata si sarebbe concretata; era sicura però che si trattasse del dono della sua stessa vita, in maniera radicale e in un tempo breve. E lei ha detto il suo Sì, e quando fu colpita a morte le sue ultime parole, non potevano essere se non quelle di Gesù, “Perdono!”
L’ultima volta che è ritornata in Somalia è partita dal Kenya, così dicono le sorelle, con questa certezza: Il Signore la chiamava a dare la vita!
Il martirio di Suor Leonella fu la risposta umilmente e fedelmente data a questa chiamata che pose il sigillo dell’amore più grande sulla sua vita.
Il 17 settembre 2006, giorno del suo martirio il vangelo di Marco 8,35 riportava le parole di Gesù: “Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo la salverà”

È l’Ora, e l’Ora esige tutto, la consegna fino alla fine, fino alla radice dell’essere, fino al soffio vitale, fino al nefesh, nel compimento della missione. Cfr. AC 2017, pp. 65- 66
Le nostre due Sorelle beate, suor Leonella e suor Irene, ci segnano la via, ci indicano che il mistero dell’Ora è intrinseco alla nostra vocazione, al nostro Carisma. Irene e Leonella vivono appieno la missione a loro donata, in tutte le sue fasi o dimensioni: la fase preparatoria, la fase dell’invio, la fase della permanenza operosa, fino ad arrivare alla fase ultima, in cui veramente la missione si compie, si consuma, si realizza ed esprime tutta la sua fecondità amorosa. È la fase appunto della consegna, dell’assorbimento totale nel mistero dell’Ora di Gesù Inviato, nella croce, nella morte, nella resurrezione e nel ritorno al Padre. Irene e Leonella, in modi diversi eppure tanto simili, offrono la loro vita fino alla radice, fino alla consegna del soffio vitale.
La morte fisica diviene l’ultimo passo della consegna di tutte loro stesse a Dio, nella consegna di Gesù nel mistero dell’Ora. «Questa esperienza per noi è carismatica, perché il Gesù del nostro Carisma è il Gesù della consegna totale nell’Ora… del dono della vita ad ogni momento perché altri abbiano vita» Ciascuna di noi, come Missionaria della Consolata, è chiamata a vivere la missione fino alla totale immersione nel mistero dell’Ora; ciascuna di noi, nel suo percorso vocazionale, è chiamata a confrontarsi con la consegna totale e martiriale di se stessa. DG: Lettera L’Ora, 20 giugno 2018
L’Ora della Consegna
Suor Leonella esce dal cancello dell’ospedale, doveva solo attraversare la strada e poi sarebbe stata a casa, dopo quattro o cinque passi le si presenta un tizio che aveva nascosta una pistola ed ad una distanza ravvicinata tira fuori la pistola e colpisce suor Leonella con una raffica di colpi, suor Leonella istintivamente si gira indietro forse per mettersi al sicuro nell’ospedale, ma questo tizio la colpisce alla schiena varie volte. Suor Leonella si accascia e cade a terra priva di forze, la sua guardia tenta di inseguire il killer ma viene colpito mortalmente da un altro Killer che era nascosto dietro ad una macchina ferma sul ciglio della strada.
I due killer si allontanano velocemente diretti alla sede dei fondamentalisti .
Sr. Leonella era in un bagno di sangue, in faccia era bianca gelata, con gli occhi chiusi, ma con una faccia distesa.
Era come un agnello portato al macello e non ha opposto resistenza.
In quel momento mi è venuto in mente ciò che lei mi aveva confidato un giorno:” La mia vita l’ho donata al Signore e Lui può fare di me ciò che vuole, per questo non ho paura mi affido a Lui.”
Suor Leonella fa cenno di far fatica a respirare, la tiriamo un po’ su ma non regge e subito si accascia.
Prima di chiudere il suo ciclo terreno compie il suo ultimo atto di amore e con un fil di voce pronunzia le sue ultime parole:” Perdono, Perdono , Perdono. In quel momento arrivò il chirurgo e confermò che era già spirata”.
Se nella sua personale relazione con il Signore Suor Leonella maturò la convinzione che per il Regno era chiamata a donare la sua vita, non si può negare che l’esperienza del martirio che visse la nostra sorella, si deve leggere nel contesto della piccola comunità che in terra somala ha fatto del martirio silenzioso e quotidiano il suo stile di vita, donando goccia a goccia il proprio sangue, al fine di rendere presente l’amore di Dio in mezzo ai poveri. Lei fu scelta perché nel suo corpo rimanessero visibili i segni di quella passione che tutta la comunità ha vissuto nell’arco di questi anni d’incertezza e di violenza.
Sr. Renata Conti , Postulatrice