Suor Leonella arrivò in Somalia, dopo dieci anni di guerra e distruzione. L'ospedale SOS era l'unica struttura sanitaria di tutta Mogadiscio che lavorasse in ambito pediatrico a titolo gratuito. Era stato il SOS a progettare la scuola per infermieri e a coinvolgere le Missionarie della Consolata nella partecipazione e realizzazione del Somali Registred Community Nursing. Suor Leonella si rese disponibile a prendersi cura del sogno e della sua realizzazione. La gente lo voleva fortemente: erano dieci anni che non si formavano infermieri e medici in Somalia.
Al di là della fatica, le sfide erano molteplici un po' su tutti i fronti: anzitutto, il suo metodo formativo doveva essere adeguato alla nuova situazione di insegnamento che esigevano le autorità civili; era, inoltre, indispensabile una formazione integrale che servisse a far crescere i giovani umanamente, in modo da poter servire meglio la vita fragile e ferita dei malati.
Come proporre, però, i valori su cui lei aveva sempre fatto leva, in un ambiente musulmano? Si dovevano ricercare elementi comuni tra cristianesimo e islam. Era necessario dimostrare che le nozioni scientifiche che lei promulgava non erano contro il Corano. Bisognava convincere i ragazzi e l'ambiente in generale che lei non faceva proselitismo, anzi, che rispettava e valorizzava il dialogo interreligioso. Eppure c’era chi non credeva e pensava che Suor Leonella usasse la scuola per convincere i giovani e farsi cristiani.
Per Suor Leonella la Somalia era esigente anche sul piano personale: abituata com'era ad una relazione aperta, senza paura, l'adattarsi ad un tipo di relazione controllata, non le era facile. La vita di una Suora si esauriva in pochi ambiti: il lavoro all'ospedale, l'attraversamento – con tanto di scorta – della strada che divideva la casa dall’ospedale SOS, e la vita comunitaria, bella e fraterna, ma senza contatti con l'esterno. Era abbastanza normale sentire, per lo meno inizialmente, un senso di soffocamento in questa situazione. Tutte le sorelle lo sentivano, così come tutte trovavano la forza di continuare rinnovando la scelta di una donazione totale, fino alla fine. Tutto per Lui, il Signore a cui avevano consacrato la vita, e anche per amore a quella gente che, in loro, sentiva la presenza consolante di Dio. E questo giorno dopo giorno, senza poter fare progetti a lunga durata,
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