Missione in Kenya

Destinata alle missioni del Kenya, al suo arrivo Suor Leonella dovette intraprendere quel processo che in gergo missionario si chiama inculturazione. Certamente, per una donna così immediata e spontanea come lei, non fu un adattamento facile: “…era un po' come calzare scarpe nuove che, fino a quando non prendono la forma del piede, stringono e fanno male, ma poi, per fortuna, diventano comodissime”.

 Tra le attività delle missionarie a Nkubu, vi era il lavoro nell'ospedale, con annessa scuola per infermiere. Suor Leonella si dedicò al reparto maternità: cento letti e un bel gruppo di allieve ostetriche. Ci teneva a seguire bene le giovani tirocinanti, e le piaceva molto il contatto con loro. Impartiva delle lezioni extra, anche alle diplomate, ben sapendo che altrove non avrebbero avuto l'opportunità di una formazione altrettanto qualificata. Questo suo atteggiamento di disponibilità e gratuità conquistò la fiducia e la simpatia di molte giovani. Un giorno, una di loro le disse: “Dio è buono come una mamma. Voi missionari e tu, in particolare, ce lo fate capire”.

Nel 1993 venne scelta dalle sorelle per rappresentarle al VII Capitolo Generale. Insieme alle altre capitolari, poté dare il proprio contributo portando la sua esperienza ventennale di missione in terra d' Africa e progettando insieme i cammini da intraprendere per i sei anni seguenti.

Dopo il Capitolo Suor Leonella era stata scelta dalle sorelle del Kenya per guidare il processo proposto dallo stesso e divenne responsabile della Regione, come Superiora, per due trienni consecutivi.

Nelle visite, che come Superiora realizzava nelle comunità, parlava sovente del Beato Giuseppe Allamano, e di Maria Consolata. Accoglieva gli insegnamenti forti ed autorevoli del Fondatore e li viveva senza mezze misure:  “Bisogna avere tanta carità da dare la vita. Noi missionari siamo votati a dare la vita per la missione

Finito il suo mandato di Superiora Regionale, fu chiesto a Suor Leonella di far parte dell'equipe dei sabbatici per le sorelle del continente Africa. A lei sarebbe spettata la parte pratica di gestione della casa e la cura delle sorelle nell'ambito medico. Dal 2000 al 2005 passarono cinque gruppi di sorelle per il loro tempo di sosta. Tutte rimanevano meravigliate dalla sua donazione e generosità, dalle sue attenzioni e premure: la vedevano sempre in movimento, con il grembiule e le maniche rimboccate.