Una Diocesi in pieno fermento

La giornalista Barbara Sartori, che fu membro della Commissione diocesana per la Beatificazione di suor Leonella, ci presenta, in questo articolo, le molteplici iniziative intraprese dalla Diocesi di Piacenza e l’entusiasmo con cui furono realizzate.

Per la terra che ha dato i natali a suor Leonella e che ne ha scoperto l’esistenza solo al momento della morte, la cerimonia di beatificazione – la prima sul territorio nella sua storia – ha rappresentato l’occasione per acquisire familiarità con la missionaria partita da Rezzanello ancora bambina per l’hinterland milanese e rimasta in Africa 36 anni, con pochissime puntate in Italia. “Ma non è che sono selvatica – spiegava lei stessa scrivendo agli amici del Centro missionario diocesano di Piacenza – solo che sono diventata un po’ africana”.

Le parrocchie in campo

Valeria Menta, volontaria del Centro missionario, ha curato alcune schede ad hoc per il catechismo di bambini e ragazzi. A partire dal percorso diocesano della Quaresima 2018, infatti, le comunità sono state invitate, avvicinandosi alla beatificazione, a trovare i modi per parlare di suor Leonella. Alcune hanno lavorato negli incontri di catechesi. Altre hanno invitato Valeria Menta alla Messa della domenica: al posto dell’omelia, Valeria ha letto una immaginaria lettera in cui è la stessa Leonella a raccontare di sé. Le parrocchie dell’unità pastorale del centro storico cittadino hanno scandito la Via Crucis del Venerdì Santo itinerante, nelle vie che circondano la Cattedrale, con meditazioni tratte dagli scritti di suor Leonella. Il mese di maggio, con la preghiera del rosario, ha dato spazio al racconto dell’esperienza della religiosa. In particolare, nella comunità di San Savino a Piacenza – retta dal direttore del Centro missionario mons. Giampiero Franceschini – i ragazzi hanno scritto alcuni pensieri, che sono stati appesi su un cartellone visibile ai tanti che entrano in chiesa anche solo per ammirarne i tesori artistici.

Le scuole materne ed elementari

Il viso sorridente. La croce sul petto. E, tra le braccia, un neonato nero, con l’aureola. Un Gesù bambino africano, si direbbe. La maternità vissuta dalla beata Leonella Sgorbati come ostetrica, educatrice, consacrata, trova la sua immagine più efficace nel disegno dell’alunna di una delle 22 scuole di città e provincia, tra Materne ed Elementari, che con l’aiuto degli insegnanti hanno potuto conoscere da vicino la religiosa della Consolata.

L’Ufficio diocesano per la Pastorale scolastica diretto dal prof. Giovanni Marchioni ha mobilitato le insegnanti della Materna e delle Primarie. Si sono messe all’opera non solo le realtà educative della Fism (Federazione Italiana Scuole Materne) o legate al mondo cattolico, ma pure alcune scuole comunali e statali. Ne è nata una mostra, con ben 300 disegni, dal titolo “La santità vista dai bambini”, allestita nei chiostri della basilica di sant’Antonino martire – patrono di Piacenza e della diocesi – per tutto il mese di maggio. Ha incontrato molto interesse, per la spontaneità con cui i piccoli hanno saputo cogliere i tratti distintivi di suor Leonella, che tornano in parecchi lavori: la gioia, la cura per i più deboli, l’attenzione all’infanzia, la simpatia, fino all’uccisione. Quella della sua morte, con le parole “perdono, perdono, perdono”, è la scena che forse più ha colpito i bambini.

Leonella e la Gmg

Ma non si può parlare di suor Leonella senza pensare ai giovani che tanto ha amato e tra i quali ha speso le sue energie. La Giornata mondiale della Gioventù diocesana, che quest’anno è caduta nella ricorrenza dei missionari martiri, il 24 marzo, ha incluso una testimonianza su suor Leonella. Alla beata è stata dedicata la Veglia diocesana per le vocazioni il 7 giugno. La parrocchia di Fiorenzuola d’Arda ha voluto concludere il percorso della terza e quarta Superiore – che ha per tema la missione – dedicandolo alla religiosa della Consolata.

Suor Leonella e noi

Il settimanale della diocesi “Il Nuovo Giornale”, oltre a dar conto di eventi ed esperienze, ha ideato un percorso a puntate, “Suor Leonella e noi”: un episodio della vita della religiosa, illustrato dal disegnatore Renato Vermi, ha messo in luce un aspetto del carisma della missionaria (la carità vissuta in famiglia, la vocazione, la professione infermieristica, la cura per le relazioni fraterne…) e si è accompagnato con l’esperienza di chi, oggi, vive quella dimensione. Ha inoltre curato il libretto Suor Leonella, il coraggio del perdono, distribuito agli abbonati e, grazie al sostegno del Centro missionario, alle parrocchie del territorio diocesano.

Palazzo Farnese si è tinto di rosso

La settimana che ha preceduto la beatificazione è stata densa di incontri: il triduo di preghiera con la meditazione di don Giovanni Tortalla, missionario in Kenya e Promotore di Giustizia nella fase diocesana del processo di beatificazione; la processione nella natia Rezzanello; una serata di approfondimento “Dal martirio di suor Leonella al martirio della Chiesa nel mondo” a cui hanno partecipato la postulatrice suor Renata Conti e il giornalista Luis Badilla Morales.

Anche la comunità civile non è rimasta indifferente. L’Amministrazione comunale di Piacenza, per iniziativa dell’assessore alla cultura Massimo Polledri, ha promosso un convegno in collaborazione con “Aiuto alla Chiesa che soffre”, e ha voluto che, dal 26 al 28 maggio, venisse illuminato di rosso, a ricordo del martirio della beata Leonella e di tutti i cristiani che hanno dato la vita per la fede, Palazzo Farnese, uno dei palazzi simbolo della città.

La proposta: una borsa di studio

Pochi giorni fa, è arrivata la proposta da un farmacista piacentino: istituire una borsa di studio intitolata a suor Leonella per uno studente somalo che voglia diventare infermiere. Al momento è solo una proposta; la volontà di non lasciarla cadere nel nulla però c’è. Un piccolo gruppo si sta già informando sull’iter che sarà necessario seguire.

La beatificazione non può essere il punto d’arrivo. Il desiderio è che diventi, piuttosto, l’inizio di un’amicizia sempre più stretta con la “nostra” Leonella.

Barbara Sartori

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